MODELLO ORGANIZZATIVO DEL SETTORE SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALE LINEE PROGRAMMATICHE E DI INDIRIZZO ANNO 2010
Descrizione sintetica del modello organizzativo del Servizio Sociale del Comune di Palermo adottato dal mese di aprile dell’anno 2010 con la finalità di razionalizzare il numero delle unità organizzative e migliorare la funzionalità delle stesse, distribuendo le competenze secondo le linee guida della Legge 328/00.
Finalità:
- ridurre il numero di Unità Organizzative rispetto al passato;
- garantire omogeneità delle risposte istituzionali;
- migliorare la qualità dei servizi resi al cittadino;
- garantire una equa distribuzione dei carichi di lavoro.
CONTENUTI TECNICI DEL CAMBIAMENTO
- orientare l’azione professionale verso il sostegno della famiglia nelle diverse fasi del proprio ciclo di vita;
- realizzare azioni volte alla promozione, al sostegno, alla valorizzazione, alla tutela e al monitoraggio delle situazioni di bisogno;
- condividere metodologie per esercitare la funzione valutativa, co-costruendo indicatori di valutazione;
- condividere prassi, procedure e strumenti.
- valorizzare la funzione valutativa del Servizio Sociale [1];
- promuovere il lavoro sociale di comunità attraverso la rivalutazione degli interventi sul territorio;
- favorire l’ottimizzazione di tutte le risorse umane e l’integrazione di tutte le professionalità ora presenti all’interno del Settore.
- l’esercizio della funzione valutativa permette di cogliere la qualità del proprio agire professionale;
- Costituisce il primo e fondamentale momento di cambiamento, e quindi di intervento; previene il rischio di una cronicizzazione del bisogno.
- analizzare i bisogni dei cittadini;
- co-costruire ipotesi di cambiamento;
- orientare all’interno della rete dei servizi;
- individuare l’Unità Organizzativa competente a gestire gli interventi;
- l’esercizio della funzione valutativa è esercitata a prescindere dal fatto che le istanze siano spontanee o provenienti da Enti Terzi.
- legittimare gli interventi del Servizio Sociale;
- contribuire alla definizione dell’identità professionale di tutti gli operatori che fanno parte del Servizio Sociale (assistenti sociali, psicologi, sociologi, esperti dell’area socio assistenziale, esperti in scienze sociologiche, pedagogisti, istruttori di segretariato sociale);
- incidere in maniera significativa sull’organizzazione;
- prevenire il rischio che specifiche competenze del Servizio Sociale possano essere demandata ad Enti Terzi;
- evitare interventi di lungo periodo, privi di progettualità definita.
- implementare una rete che metta in sinergia competenze, esperienze, saperi e risorse provenienti dalle istituzioni, dal terzo settore, dal privato sociale, dal volontariato e dai cittadini stessi;
- radicare gli interventi nell’ambiente di vita dei cittadini;
- valorizzare il territorio promuovendone il suo sviluppo attraverso la progettualità e il potenziamento delle risorse;
- realizzare percorsi di aiuto, sostegno e promozione della persona che siano qualitativamente adeguati.
- Il lavoro di comunità è visto come capacità di riconoscere e curare le relazioni tra tutti gli interlocutori presenti sul territorio;
- il concetto chiave è la co-costruzione in senso relazionale del rapporto tra le risorse.
- Co-costruire il raccordo materiale fra istituzione e territorio, in un’ottica di sussidiarietà;
- formulare un circuito di interazione virtuosa dalla comunità alle istituzioni;
- valorizzare la famiglia come dimensione in cui si coltivano relazioni significative di aiuto: questa entra in contatto con gli Enti non solo quando vive situazioni di bisogno, ma anche quando, potenzialmente, può costituire uno strumento di aiuto a favore di coloro i quali vivono momentanee fasi di disagio.
- uno di tipo culturale: possibilità di saper osservare la potenzialità dell’interazione intesa come risorsa;
- uno di tipo metodologico: diversa modalità di gestione delle interazioni tra le risorse, evitando il permanere di logiche di dipendenza, di controllo e di condizionamento della propria azione professionale esclusivamente dalla disponibilità di approvvigionamenti pubblici.
- valorizzare tutte le risorse umane e rendere armoniche le varie professionalità;
- permettere all’organizzazione di essere flessibile nei processi di adattamento all’ambiente esterno;
- Integrare le professionalità dell’area tecnica, garantendo la positiva interazione con quelle dell’area amministrativa.
GLI OBIETTIVI SPECIFICI :
La funzione valutativa
Scopi della valutazione
Il corretto esercizio della funzione valutativa consente di:
Rivalutazione degli interventi sul territorio: il lavoro sociale di comunità
Il lavoro sociale di comunità
Finalità del lavoro sociale di comunità
Il lavoro sociale di comunità può favorire due tipi di cambiamento
Servizio Sociale Comunale: organizzazione complessa
Il Servizio Sociale del Comune nel suo insieme, risulta essere una complessa area composta da varie professionalità che, assumendo diversi e vari gradi di responsabilità, devono essere impiegate per garantire efficienza, efficacia e partecipazione nel raggiungimento dei fini istituzionali dell’Amministrazione Comunale nel campo degli interventi di Politica Sociale.
Ottimizzare le risorse umane ed integrare le professionalità presenti all’interno del Settore
[1] cfr. CAMPANINI A. (a cura di), La Valutazione nel Servizio Sociale: proposte e strumenti per la qualità dell’intervento professionale, Carocci Faber, Roma, 2006